Fiat: 6 Miliardi di prestito per l’azienda che paga le tasse in Olanda
Sindacati e Governo sono favorevoli al prestito da 6 Miliardi, i poteri forti non temono l’ira dei cittadini.
Mentre gli Italiani aspettano ancora i pagamenti promessi dal governo, lo stesso Stato e i Sindacati che dovrebbero tutelare i lavoratori si svendono al migliore offerente.
Il decreto Liquidità richiede lo stop ai dividendi per un anno, l’impegno a “gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali” e l’utilizzo dei soldi per sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante in stabilimenti produttivi localizzati in Italia. Passa emendamento dem che impone lo stop alle delocalizzazioni. Bloccati quelli di M5s e Pd sull’obbligo di presentare il report che dettaglia come sono distribuiti i profitti e il carico fiscale nei vari Stati. Sindacati a favore del finanziamento, che andrà a sostenere la filiera dei fornitori del gruppo. Il segretario Cgil però chiede ulteriori paletti.
Lo stop ai dividendi e al riacquisto di azioni proprie per un anno, l’impegno a “gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali” e l’utilizzo dei soldi per sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi localizzati in Italia. Sono solo questi, per ora, i requisiti previsti dal decreto Liquidità per ottenere la garanzia statale su un prestito bancario. Come quello da 6,3 miliardi – pari al 25% del fatturato realizzato in Italia – che Fca Italy sta negoziando con Intesa Sanpaolo e su cui punta ad ottenere la garanzia di Sace. Operazione finita al centro del dibattito politico perché il gruppo che fa capo agli Agnelli-Elkann chiede sostegno all’Italia pur avendo sede legale in Olanda e fiscale a Londra. Del resto la Commissione europea non consente di escludere dagli aiuti pubblici le aziende basate in altri Paesi europei, anche se fiscalmente sono “zone grigie” che consentono di fatto di pagare meno tasse. Quindi, mentre i sindacati chiedono una discussione sul merito (uso dei soldi, garanzie sull’occupazione e sulla salvaguardia delle fabbriche italiane), in Parlamento si cerca di inserire nel decreto in fase di conversione qualche paletto aggiuntivo. E il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, si augura che perlomeno Fca come “atto di buona volontà e senso civico” condivida con il governo i rapporti che dettagliano come sono distribuiti i profitti e il carico fiscale nei vari paesi in cui opera.
Il prestito garantito “per supportare i pagamenti alla filiera” – La linea di credito chiesta dalla controllata operativa italiana dovrebbe essere garantita al 70% da Sace. Avrebbe durata di tre anni e, stando al comunicato di Fca, sarebbe “destinata esclusivamente alle attività italiane e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia, composta da circa 10mila piccole e medie imprese, a seguito alla riapertura degli stabilimenti italiani, avviata a fine aprile” dopo la firma del protocollo per la sicurezza. Tutte le erogazioni “sarebbero gestite attraverso conti correnti dedicati, accesi con Intesa San Paolo al solo scopo di supportare la gestione operativa dei pagamenti alla filiera italiana dei fornitori”. Fca impiega in Italia circa 55mila persone in via diretta mentre le 5.500 società fornitrici italiane impiegano altri 200mila lavoratori. Il 40% del fatturato della componentistica automotive deriva da commesse del gruppo. La nota ricorda che è stato confermato il piano di investimenti da 5 miliardi per le fabbriche italiane annunciato nel 2018 per il triennio 2019-2021.
Le condizioni del decreto Liquidità – Ma quali condizioni dovranno essere rispettate per ottenere quel prestito? I paletti previsti dal decreto Liquidità, ora in fase di conversione in legge, sono piuttosto blandi. Sede in Italia: Fca Italy lo rispetta. Rinuncia a distribuire dividendi per un anno: il gruppo si è mosso d’anticipo e ha annunciato lo stop già la settimana scorsa. Ma l’anno prossimo è già previsto per i soci di Fca – tra cui la Exor degli Agnelli – un maxidividendo straordinario in sede di fusione con Psa. Due emendamenti di Leu, sostenuti anche da Carlo Calenda, puntavano ad ampliare il divieto di distribuire cedole all’intera durata del prestito, ma il Tesoro ha dato parere negativo. Poi c’è la formula che impone la “gestione dei livelli occupazionali attraverso accordi sindacali”: una frase vaga che di fatto non richiede il mantenimento dei posti di lavoro, ma solo la negoziazione con i rappresentanti dei lavoratori. Infine, il prestito deve essere “destinato a sostenere costi del personale, investimenti o capitale circolante impiegati in stabilimenti produttivi e attività imprenditoriali che siano localizzati in Italia”. Questo andrà valutato nel corso dell’istruttoria con Sace. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a Quarta repubblica ha dato tutto per fatto: “Abbiamo detto a Fiat che con il prestito ci devono pagare investimenti in Italia”.
Le richieste dei sindacati – “Mi fa un po’ sorridere che in Italia si sia aperta una discussione adesso su dove è la sede legale del gruppo Fca”, ha commentato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a “L’aria che tira” su La7. “La mia organizzazione dal 2013-14 l’ha sollevata, adesso si scopre dopo sei anni che esiste questo problema che peraltro non riguarda solo Fca. Deve essere un tema che affronta il governo, perché il problema riguarda tutta l’Europa e i paradisi fiscali“. In generale i sindacati, informati della richiesta di finanziamento sabato scorso, pur con diversi accenti sono compatti nel chiedere una discussione sul merito: per che cosa saranno usati i soldi – su questo la nota Fca dà qualche risposta ma serviranno i dettagli – e a quali condizioni. Landini ha fissato i suoi paletti: “Che non ci siano delocalizzazioni, che vengano garantiti i livelli occupazionali, che non si chiudano stabilimenti”. E ancora: “Visto che il gruppo sta fondendosi con i francesi di Psa, dove c’è la partecipazione dello Stato, chiedo che si apra una discussione sulla mobilità non solo legata alle auto, ma su come produci tutto ciò che si muove. Deve diventare oggetto di discussione tra governo e sindacati per il futuro del Paese”.